mercoledì 6 febbraio 2013

Crolla l'arte italiana 1° parte- Il silenzio

Si sa, "impara l'arte e mettila da parte", dice un vecchio proverbio.
Eppure il problema il Italia è "come la si mette da parte". Il patrimonio artistico italiano è agli occhi del Mondo intero il vero fiore all'occhiello della cultura del Bel Paese. Dall'antica roma l'arte divenne un linguaggio universalmente omogeneo per tutti i popoli europei.
Non c'è quindi da stupirsi che la millenaria storia artistica italiana abbia lasciato un'eredità impressionante di Opere: affreschi, dipinti e sculture.
Il problema, tutto italiano (ovviamente), è che dal dopoguerra l'arte è stata sempre meno considerata.
L'Italia ha preferito l'economia e la finanza a ciò che realmente rendeva Bello il Bel Paese.
Per anni e anni, miliardi di Lire prima, e milioni di euro poi, sono stati impiegati per l'industria, per lo sviluppo, per i consumi in nome di economia così (nell'immaginazione) solida che ha fatto crack nel 2008 portando l'Italia in quella crisi che oggi viviamo con difficoltà.
E l'arte? Bella domanda! Mentre venivano sperperati miliardi l'arte perdeva di importanza entrando in una spirale di emergenza che oggi sembra più che mai inarrestabile.
Stiamo perdendo la nostra cultura. Ogni giorno che passa qualcosa si sbriciola come un vecchio ricordo.
Opere rovinata, muri di Pompei crollati, stanze di musei allagati, sfregi nei monumenti sono solo alcuni esempi della situazione tutta italiana dell'arte.
Ultima in ordine cronologico il crollo di un pezzo di affresco del '500 agli Uffizi  crollato rovinosamente su una statua sottostante proprio oggi 6 febbraio 2013.




Chissà il rumore che ha provocato il pezzo crollato, l'abbiamo sentito? Riusciamo a sentire i tonfi dei muri di Pompei che crollano? Riusciamo a sentire le urla dei direttori museali che non hanno più finanziamenti per sistemare le opere? Riusciamo a sentire l'acqua piovana che entra nei musei?
L'arte che crolla fa rumore, purtroppo però chi dovrebbe occuparsene è sordo!
Dovremmo allora consigliare ai nostri politici un apparecchio acustico così da sentire il rumore che fa l'arte, chissà che sentendo un boato comprendano che a crollare non sono solo le opere ma anche la nostra cultura, la nostra memoria e il nostro passato.

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